Il ruolo della madre
E’ la donna che in famiglia determina o comunque influenza l’armonia.
Se il padre è la strada, la via, la direzione, la madre è la casa, il focolare e il clima.
In natura è la femmina che sceglie il compagno e lo fa in base a criteri legati alla capacità del maschio di mantenere lei nel periodo della maternità e i figli più nel lungo termine.
La forza fisica ed economica sono fattori vincenti.
In sintesi la donna sceglie l’uomo migliore per il progetto di famiglia.
L’unione di coppia rappresenta la base sicura sulla quale costruire la futura genitorialità, motivo per il quale per essere una brava madre è importante prima essere una brava moglie.
Ricordo poi che i figli quando pensano ai genitori li pensano in due.
Studi sull’attaccamento madre-bambino
Importanti sono gli studi sull’attaccamento madre-bambino fatti tra il 1958 e il 1965 da Harry Harlow e la moglie Clara.
In passato si pensava che coccole, carezze, parole e gesti di tenerezza fossero inutili e privi di scopo per l’attaccamento madre-bambino e che il piccolo dipendesse solo dal bisogno di cibo e dai bisogni fisiologici.
Harlow e la moglie dimostrarono che c’era dell’altro.
Il contatto per lo sviluppo affettivo è importante e l’attaccamento non dipende solo dai bisogni fisiologici.
L’esperimento prevedeva la sottrazione dei cuccioli di macaco rhesus alla madre e la proposta di due surrogati: uno morbido, ma senza latte e uno in fil di ferro, ma con il latte caldo.
I cuccioli di macaco passavano più tempo con la madre di stoffa morbida.
Ciò dimostra che l’amore dei genitori è vitale per lo sviluppo sano del bambino.
Se nel primo periodo di vita si cresce senza l’amore materno ossia senza affetto, una volta cresciute le femmine diventano madri anaffettive, indifferenti, non accudenti e anche aggressive verso i piccoli.
Il contatto è una componente importante nello sviluppo affettivo e l’attaccamento figlio-madre non dipende solo dai bisogni fisiologici.
Qualunque sia la mamma capace di dare il latte, i piccoli tendono a stare con la madre morbida, calda ed accogliente.
Se necessario si spostano verso l’altra figura ossia quella di fil di ferro solo il tempo necessario a nutrirsi.
La vera funzione dell’allattamento, afferma Harlow, è quello di assicurare un contatto continuo e intimo con la madre.
Questo allo scopo di garantire sicurezza in momenti di paura o di pericolo.
Spaventando i piccoli macachi con un giocattolo, essi si rivolgevano sempre alla mamma ricoperta con il panno morbido, senza considerare la fonte di nutrimento.
Anche l’esplorazione subisce notevoli cambiamenti a seconda della presenza o meno della madre surrogata nello spazio.
Quando c’è, i macachi si muovono liberamente tornando talvolta verso la madre, se al contrario è assente, i piccoli si mostrano impauriti, restano accovacciati e iniziano a dondolare.
Gli uomini hanno le stesse caratteristiche necessarie a creare il legame di cui ha bisogno il neonato.
La deprivazione materna
Renè Spitz (1887-1974) ha condotto studi sugli effetti devastanti della deprivazione materna.
Psicoanalista austriaco, naturalizzato americano è stato uno dei primi ricercatori che ha utilizzato l’osservazione del bambino.
Si è concentrato sullo sviluppo e ha sottolineato gli effetti della deprivazione materna ed emotiva.
Spitz ha concentrato la sua ricerca sui bambini che hanno sperimentato una separazione improvvisa e a lungo termine da chi si occupava di loro.
La depressione anaclitica era il termine da lui proposto per descrivere la reazione di un bambino alla separazione.
La perdita di un oggetto amato dà dolore, rabbia ed apatia in seguito alla deprivazione emotiva.
Ecco cosa succede ai bambini che vengono separati dalla persona che si prende cura di loro:
- I mese: lamentele e richiami
- II mese: pianto e perdita di peso
- III mese: rifiuto del contatto fisico, insonnia, ritardo nello sviluppo motorio, assenza di mimica, perdita continua di peso
- Dopo il III mese: cessazione del pianto, stato letargico.
Se il bambino si ricongiunge alla persona amata entro 3-5 mesi, il recupero è rapido, ma trascorsi i 5 mesi, il piccolo mostrerà una sintomatologia più grave.
Gli studi di Spitz sono stati i primi a dimostrare sistematicamente che le interazioni sociali con gli esseri umani sono essenziali per lo sviluppo dei bambini.
Spitz nel suo studio ha seguito due gruppi di bambini:
- il I gruppo di bambini sono stati allevati in un orfanotrofio dove non avevano contatti caldi d’amore, dove il singolo operatore doveva occuparsi di sette bambini
- il II gruppo di bambini erano cresciuti in prigione dove si trovavano le loro madri le quali erano autorizzate a curare i loro bambini ogni giorno
Ecco i risultati:
- All’età di 4 mesi, lo stadio di sviluppo dei due gruppi di bambini era simile; i bambini in orfanotrofio segnavano anche punteggi più alti in alcuni test
- Ad 1 anno, le prestazioni intellettuali dei bambini cresciuti in orfanotrofio erano molto ritardate rispetto al secondo gruppo. I bambini in orfanotrofio erano anche meno curiosi, meno giocosi e più soggetti ad infezioni
- Durante il secondo e terzo anno di vita, i bambini cresciuti in carcere con le loro madri, camminavano e parlavano, mostrando uno sviluppo paragonabile a quello dei bambini cresciuti in normali famiglie
Solo due dei bambini cresciuti in orfanotrofio a 26 mesi, riuscivano a camminare e a dire alcune parole.
Questo studio pionieristico ha aperto la strada a molti altri che hanno dimostrato gli effetti catastrofici della deprivazione sensoriale e sociale nei periodi critici della prima infanzia.
Questi sintomi scompaiono solo quando il bambino ritrova la madre o trova qualcuno che voglia prendersi cura di lui.
Un trauma del genere non si risolve del tutto in poco tempo e quando non viene superato, i bambini presentano ritardo nello sviluppo nella totalità dei soggetti osservati e un aumento nel tasso di mortalità.